venerdì 14 dicembre 2007

Infinito


Calare su prati
di stagioni eruditi.
Erba sapiente di
verdeggiare.
E vento capace
di flagellare.
Sole che ombre
sa modellare.
Ancora convinto
nel ricalcare.
Su me reitera il verbo
mangiare.Sento spaccare e succhiare, sangue ed età.E battere, insistere,
usare,sperare.Solo i più forti, nel verticale, mai sottovento,è indole e senso.Addentati, e dilaniati, inferociti i tempi e le cause,sono impassibili e resistenti.Piovere, cadere,grondare.Su chi continua,fino a morire.Fino a cambiare.Fino ad evolvere, e a mutare.Nei nostri fantasmi, che essendo vissuti, di sè sapranno ancora versare.