domenica 30 settembre 2007

Siamesi,gli specchi,contrari,convessi .
Le sete d'argento, figure narcise, sbircianti e fugaci,
E puoi ritrovare di te ,d'acqua la tua goccia, unica e diversa, riflessa,che traspare e di te mostra altra faccia.









Ninna nanna
Coriandoli gialli,
li scambi per stelle.
Ed è così che puoi
immaginarli farfalle, vanesse o bianche,vivaci o stanche, come sei tu.
Bambino mio, nelle foreste del giorno andato.
E' sempre rosa, conforto vero, se ci sei tu.
Paffuto, bianco, angelicato, che mi confermi nella mia pace.
Unico senso della mia vita.




sabato 29 settembre 2007

Saccheggio

Di me dicevi,:"Di donne sei mille!";Per affascinare hai tutte le colle.
Mi hai istruito sul mio valore,
hai condiviso assenze e dolore.
Come bifronte hai allestito
polveriere,di me hai mangiato,ti sei nutrito e rifocillato.
Alle mie fonti abbeverato.
Come di guerra fredda stratega,in mano tua solita strega.
Hai sguainato luccichii di forziere,solo per avvilupparmi nel tuo carniere.
Sei avvoltoio innesto a sciacallo.
Razza che preda, razza che è bieca.
Che di carogne fa cibo,
gentica o scelta
la tua resta la corsa
di una razza perversa.

Mi arrampico.

Tentativo ancora ottimista,

per cercare adatto interlocutore.

Mi adatto e cerco di sapere.

Acquisto nozioni,saggezza,

universi e nuovi pensieri.


Riparto con bagaglio fornito,

continuo a cercare chi
mi possa capire.


Ma resto un'estranea,

nessuno perde il mio tempo,

per una conoscenza più vasta.


E così capisco che a molti


è l'ignoranza quello che basta.

lame




Intrecci di sangue,contatti,rapporti.
Acini di uno stesso raspo..
Diventano un cosmo,mantenendo
le proprie rotazioni,
ma girano nelle ellissi delle rivoluzioni.

Piramidi o totem,
assumono ruoli,
dentro i legami
si fanno sudari.
Il ferro spinato cinge e protegge,
racchiude e delimita, e ci dipinge.
Come cilicio, si, può ferire
in nome del sacro , arruginire.

martedì 25 settembre 2007

ironia


Solo un modo per camuffare.O per servire sottintesa follia.
Mi danno del guitto,buffone o giullare.Ma in certe corti,così

elitarie, è il mecenate che devi adulare.Genio o talento,nasconde spesso

celato tormento.Eccelle così il cogitare.La mente altrui deve mutare.E tutti i mostri che può generare,inevitabili rostri da evitare.Conviene allora, farli pensare,e,perchè no?Innamorare.Di chi rende la vita più vispa,se di questa umana commedia,si fa anima della festa.

lunedì 24 settembre 2007


Lente le ore
scorrono azzurre,
sgusciano lente,
scolorano bianche.
Sono spicchi di tempo,
ma non riusciamo
a recintarle,
incapaci orologi,
quadranti asserviti
esigui campioni,
eppure padroni.
Fregiare e assemblare
la vita in segmenti,
bisogna scordare,
per vivere,
per evitare,
che scorre lo stesso,
anche l'attimo che
è stato adesso.

Il vento lo sa, non conosce radici,si ferma soltanto nei mulinelli,le giostre di foglie,che scuote ancora una volta,prima che siano marce,passate, morte.

domenica 23 settembre 2007

Il silenzio è colpevole







Nome









Nome comune

Mi chiamoMargherita.Epigone di zia paterna,a diciannove soli anni,perita.

Nella famiglia storicizzato, è
lessico riconosciuto,così eredità o onore,io nascendo,ho ricevuto.
Ma ogni volta che l'eco genera fonema, m'irrigidisco, io sono memoria d'una pena.Trattandosi di ciò che mi descrive,ho cercato pregio,lustro,etimologie.Ciò che ho scovato è un senso ondulante, che sale e scende nelle fortune, pivo d'afflato e forse incoerente.
Etichetta aulica o popolare,certo più spesso riferita al fiore, facile di prato, ma anche altrove.Sinonimo di astro che fa di centro un sole.
Presso i lati ni di perla si è citato, così l'argomento sui fondali s'è spostato.Ma di qualità speciali, non ho sentito.
Lo sento nome lungo, impegnativo,ingombrante, difficile,
anche nel tentativo d'affidarsi ad un diminutivo.
Così esteso anche da citare,
ho spazi esigui anche per firmare.
Decisamnete un nome complicato, da portare.
Analizzato nei segni di stesura, spreco d'inchiostro e di scrittura.
Forma arcuata, come di fuga,prospettico e lungo come angolo di strada.



Esordiente,l'M ed iniziale,scivola e s'appende alla A seguente.Che nel dittongo diventa gutturale.Vira sull'R, che gira raccordante.Si approssima alla G, che spacca sul suono imminente, affidato all'H, che scaligera mima, annichilita, senza alcun verbo, ma di talento se reca con sè cambio di senso. Dura e dentale nel consonante, grida una I, nel ligneo di una T ridondante. Che si fa cardine, su porta girevole, dell'apertura dell'ultima A, senza chiusura. Ciò ch'è imposto dai genitori, spesso può dare riflessi futuri. Come timbro, tara o neo. E' un nome che non sento mio. Eppure sono io. Avuto senza libertà. arbitrio o patto.Ma figlio solo d'un gesto coatto.


Iris

Idea d'azzurro e forse viola.
La V di van Gogh è tutta sua.
Plastico,denso,storia dell'arte
memoria di scuola.
Di te hai colmato angolo antico.
Ricorri dipinto,assemblato ad acque
in vasi di vetro.
Modello sfruttato, di morte nature.
Ti sei seccato, nei miei cassetti,
non solo dal tempo,
ma anche dal fatto
che io ho scordato
d'infanzia il tuo anfratto.
Svettavi in un giorno soltanto,
sgusciando dall'ombra,
da edera, e geki,
dal pozzo di ieri.
Spuntavi là fuori,
al muretto cintura,
trincea e frontiera,
all'acqua scura.
Al buio,fantasia e paura.
Velluto blu eri
trono alle api.
Per me un sigillo
come promessa,
avresti creato,
scorcio felice,
e per sempre
immutato.









Il silenzio è colpevole.


Se omette la verità.
Se giova all'omertà.
Se camuffa l'onestà.
Se dell'uomo fa un non-pensante.
Se uniforma nell'incosciente.
Se sempre ammutolisce,
generando chi non capisce.
Il silenzio si veste di buio,
sempre è embrione di odio.
Si fa deserto dentro ad un recinto,
dove la terra è bruciante,
e vi arde sdegno rovente.
E' l'antitesi della coscienza,
perchè copre la più grande violenza.
E rende impossibile il perdono,
esigendo rispetto e comprensione
ma scorda di aver assunto il peccato,
che già biblicamente è biasimato.
E' colore di chiusura,
acceca e intontisce nell'oppio ci cattura.
Se allestisce teatro di mimo,
quello affidato al plurimo,
evolve in associazione,
figlia in clan di rei,
dei festival
delle omissioni.